“Non sono quello che dovevo essere…Non sono quello che sto per essere…
ma non sono neppure quello che ero”
Erikson
L’adolescenza è un particolare periodo della vita che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta ed è caratterizzato da una profonda incertezza.
L’adolescenza è definita come un periodo di transizione in cui il soggetto si lascia alle spalle l’età infantile e si proietta nel mondo degli adulti.
Questo passaggio non è quasi mai lineare e si può ritenere soggettivo in relazione anche alle caratteristiche del contesto sociale di vita.
Il periodo considerato va dai 12 anni ai 18 anni (oggi anche oltre i 25 anni considerata, ormai, tarda adolescenza) ed è caratterizzato spesso da una bassa autostima oltre che dalla tensione fra identità e dispersione di identità:
CONTRADDIZIONI, INSTABILITA’ EMOTIVA, ECCITAZIONE, SCARSO RICONOSCIMENTO DI SE’, IMPRUDENZA E COMPORTAMENTI A RISCHIO sono gli ingredienti tipici di questa fase importantissima della crescita di un individuo.
Gli adolescenti NON vogliono essere compresi. In adolescenza non bisogna fare diagnosi. La diagnosi è l’adolescenza.
È necessario fare un passaggio dalla pubertà; il bambino è felice quando soddisfa il desiderio dell’altro genitoriale, prova soddisfazione dalla soddisfazione genitoriale.
La fine dell’adolescenza presuppone la fine del conflitto interno tra desiderio infantile di soddisfare l’Altro e rifiuto dell’adesione e della compiacenza.
Quando finisce realmente l’adolescenza? Essa dura il tempo di un tuffo…
Se si ha il coraggio di superare questa dura prova avverrà il passaggio all’età adulta.
Oggi è presente una difficoltà sempre crescente di uscire dall’adolescenza. Gli adulti di oggi sono gli adolescenti di ieri. Mancano sempre più anche dei rituali di passaggio; il militare, ad esempio, era un rito di passaggio.
Anche l’entrata nel mondo del lavoro è un passaggio determinante all’età adulta; ma oggi, effettivamente, la disoccupazione ha raggiunto livelli storici.
L’ adolescenza è uno sconvolgimento e ci vuole grande rispetto per gli sconvolti, purtroppo pare esserci, invece, sempre più accanimento; i “grandi” sembrano odiare e tenere a distanza gli adolescenti di oggi con i loro problemi, anziché accoglierli, capirli e rispettarli. In una sola parola, amarli.
Bisogna fare un tentativo di arginare questo sconvolgimento, cercare di costruire qualcosa, una nuova organizzazione mentale, ad esempio, a partire da questo sconvolgimento.
Gli adolescenti sono come i porcospini infreddoliti, vorrebbero essere vicini tra loro a causa del freddo, ma quando si avvicinano si pungono e, pertanto, si riallontanano sopportando, inermi, il freddo. Deve esserci un’alternanza continua tra vicinanza e separazione; la patologia è: o esclusiva separazione, o esclusiva alienazione.
Il borderline adolescente di oggi è un soggetto molto allarmato, molto angosciato. Non c’è più il governo del corpo. La risposta non è mai prevedibile.
C’è un momento in cui avviene una differenziazione tra il corpo anatomico e il corpo percepito.
L’adolescente per non sentire questa angoscia che fatica a tollerare, regredisce a comportamenti infantili, oppure cambia continuamente cose di sé perché testa l’Altro; testa se viene accolto o accettato, ad esempio riempiendosi di piercing o trasfigurando il corpo di tatuaggi.
Il processo di separazione patisce sempre degli ostacoli.
Nella nostra epoca l’adolescentizzazione coincide con la genitorialità.
Gli “adolescenti” oggi fanno figli, è questo il vero problema. Madri e figlie che competono. Padri e figli che competono.
I bambini prima e gli adolescenti poi hanno bisogno dei NO.
Se non arriva questo tempo del NO si rimane nella simbiosi. I bambini adultizzati e gli adolescenti confusi devono incarnare questo NO per far esistere i genitori dentro di sé, per sentire di avere degli argini, dei confini, che non avvertono a causa di genitori assenti e con comportamenti infantili e adolescenti, a loro volta.
Ne conseguono due reazioni uguali ed opposte: depressione da autocastrazione ed eccessi autolesivi.
I ragazzi adolescenti devono fare i conti con il corpo in trasformazione e i dubbi su chi sono e dove vogliono andare.
In questo contesto l’adolescenza diviene un momento di grande scoperta di se stessi sulla base di cosa apprezzano, cosa li interessa, cosa li emoziona.
La difficoltà maggiore in adolescenza è quella di affacciarsi ad un mondo nuovo, sconosciuto, che non sanno se li accoglierà e come.
In questo periodo gli adolescenti cercano:
– l’identità
– la personalità
– le caratteristiche proprie e le spiegazioni al senso della vita.
Il rischio in adolescenza è un modo per sperimentare i limiti personali. Esso permette di esprimere il senso dell’invulnerabilità, dell’egocentrismo, dell’immortalità e dell’onnipotenza.
La sessualità umana nelle sue componenti biologiche, psicologiche, sociali e culturali, assume da sempre per l’uomo un significato “esistenziale profondo” che va oltre la dimensione istintuale.
Il senso dell’identità sessuale è una mappa simbolica che si forma internamente all’individuo, alla quale ogni persona si rivolge per esprimere la propria sessualità da adulto.
L’educazione alla sessualità dovrebbe andare di pari passo con l’educazione all’Amore.
Le persone sono ancora lontane, talvolta, dal capire che L’AMORE si apprende e si trasmette come modello. Si impara ad amare con l’imitazione, e si insegna secondo dei principi sociali, morali e di appartenenza.
Non esiste una sessualità sana senza una base d’amore. Amore non necessariamente dell’altro (vista anche l’esistenza dei rapporti occasionali, di tutto rispetto). Ma parlo innanzitutto di amore per se stessi, con il quale tutto è possibile. “Ama e fa ciò che vuoi”, diceva Sant’Agostino.
L’AMORE possiede in se stesso il bisogno di dare, donare e il bisogno di avere, di ricevere.
Il concetto sano di amore si identifica nel crescere e far crescere nonchè nel guidare l’altro a crescere.
Mi rendo conto solo ora che mentre scrivo dell’adolescenza tengo a mente molti adulti di oggi.
Dr. Nicoletta Spina
One thought on “L’epoca dell’adultescenza”
molto bella la metafora del porcospino, è una situazione sempre attuale in cui ci si ritrova spesso nei rapporti a causa del freddo causato dalle nostre parole.