Amori online: le relazioni in chat

“Il prossimo mi sembra impossibile amare, a differenza forse di chi sta lontano”.
Fëdor Dostoevskij

Si assiste sempre di più oggi a un’inversione di tendenza nei rapporti tra le persone.

Prima si faceva di tutto per cercare un contatto, la vicinanza, lo scambio di sguardi, di un sorriso, il suono della voce, sentire i profumi l’uno dell’altro. Oggi sembra che tutto ciò faccia sempre più paura ed ecco che ricorrono in aiuto le chat, nelle quali ormai si consumano sempre di più interi rapporti sentimentali. Iniziano, si districano e poi terminano in chat così come sono iniziati.

Ormai lo smartphone sembra essere una protesi, un prolungamento del nostro braccio. È ovunque, “ci segue” dappertutto, non lo molliamo un attimo. È con lui che ci relazioniamo oggi, non con gli individui.

Perché?

Oggi come non mai c’è un gran bisogno di tenere a distanza le persone per la paura di essere feriti e abbandonati, e il filtro di un telefono, di una chat, ci dà l’illusione che questo sia possibile, ma non è così.

Siamo sempre più una società di “contro-dipendenti”, di individui che essendosi sentiti troppo spesso traditi dall’amore, evitano l’intimità. Ma la prerogativa della contro-dipendenza è di rifuggire continuamente la dipendenza negandone, così, il valore intrinseco, inflazionandola.

“La libertà assoluta è il sogno dei dipendenti”.

Oggi più che mai l’amore è confuso con la manipolazione, la possessività, l’oppressione, la protezione eccessiva, il sentirsi usati per colmare i bisogni emotivi dell’altro, dimenticandosi i propri. Pertanto continuiamo ad attrarre l’amore perché ne abbiamo un disperato bisogno, ma poi lo respingiamo quando arriva troppo vicino a noi.

La chat sembra essere un buon compromesso, consentendo anche rapporti sessuali virtuali o dialoghi dai forti contenuti erotici, che sembrano appagare quasi allo stesso modo dell’incontro fisico.

Per non demonizzare del tutto il mondo delle chat è importante anche sottolineare che è un utile strumento per cominciare a conoscere un’altra persona mantenendo quelle giuste distanze che all’inizio sono molto utili.

Chattare consente di uscire dalle mura della propria casa, pur restando a casa, dando la possibilità a chi fruisce di questo mezzo di entrare in contatto con altre persone che hanno voglia e piacere di comunicare tra di loro. In chat la comunicazione diventa un gioco, fatto di curiosità, di mistero, di seduzione: un gioco in cui è possibile parlare in un modo nuovo con gli altri, liberamente, senza timore del giudizio, senza la paura di non piacere perché la parola scritta non ha un corpo, non ha una voce, ma è fatta di solo pensiero. E da qui nasce l’aspetto innegabilmente ‘romantico’ della chattata: uno scambio di idee e pensieri con un Altro che possiamo immaginare come vogliamo, che diventa ‘specchio’ delle nostre aspettative e dei nostri desideri.

La chat è il regno della fantasia, e ha un forte potere nell’alimentare i nostri sogni di incontrare la persona ideale che pensa, che parla, che rivela aspetti di sé spesso profondi. Usare questo mezzo di comunicazione vuol dire sconfiggere la timidezza, laddove questa diventi un ostacolo all’incontro con gli altri, vuol dire darsi la possibilità di essere totalmente se stessi nel ‘rapporto’ con un altro, o di inventarsi per gioco un’altra identità, vuol dire sentirsi liberi di ‘chiudere’ se la persona con cui chattiamo non ci piace, senza restare imbrigliati in tutti quei formalismi che caratterizzano la nostra comunicazione ‘reale’, quella quotidiana.

La chat, in sostanza, ci libera dall’insicurezza, e quando siamo più sicuri di noi siamo anche più capaci di piacere.

Quando però si abusa di tutto ciò sparisce la capacità di entrare in relazione. Si comincia a diventare dei frequentatori seriali per tramite di whatsapp, togliendo la bellezza e la magia dell’incontro vis a vis. Anche la chat, come tutto il resto, crea dipendenza, dalla quale è difficile uscirne. Rischia di diventare una prigione senza la porta d’uscita.

Il risultato è un profondo senso di solitudine poiché il paradosso sta proprio in questo: mantenere le distanze attraverso queste relazioni virtuali cela, altresì, un profondo bisogno di essere toccati, un profondo bisogno di calore, affetto e vicinanza che un freddo monitor non può darci.

Amarsi significa condividere gli stessi spazi e gli stessi tempi, significa vicinanza, calore, coccole. Restare lontani l’uno dall’altro a causa della tecnologia è come un incantesimo che ha il potere di spezzare la magia dell’essere coppia, annullando l’alchimia del contatto.

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