“Il sesso è una delle nove ragioni per la reincarnazione: le altre otto non sono importanti”
Henry Miller
Per “coppia bianca” s’intende quella che non riesce a compiere l’atto sessuale completo, cioè comprensivo della penetrazione.
Da tale condizione scaturisce una difficoltà a percepirsi nel ruolo che naturalmente ci si riconosce nell’essere “coppia” a tutti gli effetti.
Sentirsi coppia senza il naturale compimento dell’atto sessuale completo non è facile: ne deriva una condizione negativa di frustrazione legata al senso di “fallimento” del proprio “status sociale” per non essere in grado di realizzare, nel privato, quella unione, quella compiutezza che le scelte di vita darebbero per scontata.
Si finisce per vivere tutto questo nel silenzio di un patto fra i coniugi che mantiene segreto il problema e di conseguenza da una parte rinforza il legame come condizione di mutuo aiuto, dall’altra isola sempre più la coppia con il suo problema.
La sessualità come spinta d’amore è la pulsione vitale che tende ad unire, come quella di morte tende a disgregare.
La sessualità, in quanto strumento di legame, viene utilizzata dagli individui anche per soddisfare bisogni di protezione e di appartenenza, profondamente insiti nell’animo umano.
Nella relazione sessuale, i due, diventando reciprocamente contenitori del corpo, delle emozioni e dei pensieri dell’altro, vengono avvolti da un clima di appartenenza, in cui l’uno sente di appartenere all’altro, che al contempo appartiene a lui medesimo.
Nel caso delle “coppie bianche” il desidero sessuale è basso per entrambi i partner. La carica sessuale viene sublimata in altre attività che vengono “erotizzate”, diventando il principale oggetto di desiderio.
L’asessualità può essere precedente o successiva alla costituzione della coppia.
E’ presente, inoltre, un’alleanza tra i partner, una sorta di complicità legata al sintomo con meccanismi di negazione, inibizione e protezione reciproca.
Spesso a farci sentire inadeguati è proprio il bombardamento continuo di immagini ad alto contenuto erotico da parte dei mass media che crea ansia da prestazione nel ritenere di non essere in grado di raggiungere certi standard amplificati.
Il concetto di “matrimonio bianco” è legato al concetto di non consumazione del matrimonio (in relazione al “ratus et non consumatus” del Diritto Canonico che ne fa una causa sufficiente di annullamento del matrimonio religioso).
Tra le cause femminili possiamo annoverare il vaginismo, ossia l’impossibilità della donna di accettare che qualcosa entri nella sua vagina a causa di una contrattura involontaria e spasmodica dei muscoli pubo-coccigei. Si tratta di una disfunzione sessuale con una componente fobica.
Tra le cause maschili, invece, deficit erettile grave o una grave eiaculazione precoce (detta ante portam), che portano impossibilità alla penetrazione.
Queste relazioni si prolungano solitamente per anni senza atto completo anche in funzione del particolare atteggiamento del partner solitamente molto disponibile, comprensivo e accomodante, dotato di sensibilità non comune, poco aggressivo, tendente alla mediazione.
I coniugi “bianchi” di solito non sono né inibiti, né inesperti sessuali, anzi, molto complici con mogli capaci di costruire un proprio setting erotico utile a far superare il disagio della mancata penetrazione.
Generalmente il motivo per cui le coppie bianche chiedono aiuto è perché desiderano una gravidanza. Spesso, infatti, si rivolgono direttamente ai centri di fertilità.
Risulta determinante, invece, trovare un esperto capace di fornire il proprio aiuto terapeutico competente ed efficace per infondere speranza e fiducia e contemporaneamente cominciare un trattamento in grado di dare risultati rapidi e concreti.
Occorre fare un’analisi approfondita della situazione presentata dalla coppia con la quale avviare un lavoro di costruzione del contesto coppia, favorevole al superamento del problema anche attraverso la facilitazione della comunicazione emozionale ed affettiva.
E’ fondamentale saper infondere coraggio e fiducia nella soluzione ed ottenere disponibilità e collaborazione piena alla psicoterapia.
Non sono le cose da fare la soluzione, ma l’atteggiamento disponibile e motivato di fondo: questa è la chiave di volta della terapia.